Questa volta vorrei raccontarvi una storia molto interessante: il Lambrusco in lattina!

Lo so che il titolo fa sorridere, ma dietro c’è veramente una grande storia di inventiva e originalità tipica del nostro paese. Un pomeriggio me ne parlò un cliente e subito mi fece venir voglia di approfondire e cercare tra le pagine dell’internet.

La storia del Lambrusco in lattina 8 e ½ dei Giacobazzi di Modena è pionieristica.

Lambrusco otto e mezzo in lattina

Lambrusco otto e mezzo in lattina

Una cantina che già negli anni ’70 cominciò a vendere nei paesi anglosassoni, principalmente gli Stati Uniti. Il successo dei loro vini frizzanti era enorme e la cantina venne ampliata molte volte per soddisfare tutte le richiesta del mercato.

E poi la sponsorizzazione in Formula 1 portò una notorietà planetaria. I Giacobazzi sono di Nonantola, paese vicino Modena, che ha dato i natali ad un certo Enzo Ferrari, il quale decise di chiamare il suo concittadino per proporgli di entrare nel mondo delle corse, “firmando” le tute di piloti come Gilles Villeneuve.

Giacobazzi sponsor Ferrari in Formula 1

Giacobazzi sponsor Ferrari in Formula 1

“Lo spirito lungimirante di questi imprenditori del vino portò a depositare, già nel 1978 presso il ministero dell’agricoltura e sanità, la domanda per poter confezionare il vino in contenitori alternativi. Fino a quegli anni infatti il vino poteva essere confezionato solamente in vetro, coccio e legno.

E‘ solo nel 1982 che viene accolta, aprendo così le porte al confezionamento del vino in tetrapak, in PET e naturalmente anche in lattina. Fu certamente un’innovazione epocale sia dal punto di vista commerciale che logistico industriale. La lattina era riciclabile al 100%, ecologica, leggera al trasporto e non era fragile. Si poteva consumare in tutta sicurezza in luoghi aperti come parchi, spiagge, barche e stadi senza il rischio che si rompessero e rappresentava inoltre la porzione singola per bar, ristoranti e anche per casa.

Inizialmente però, il decreto prevedeva che si potesse confezionare in lattina solamente il vino fermo; un anno dopo, con l’ampliamento del permesso ai vini frizzanti, poterono partire con il famoso 8 e ½ Giacobazzi che, contrariamente a quanto pensano in molti, non era Lambrusco bensì semplicemente vino frizzante disponibile sia bianco che rosso. Il decreto infatti non permetteva l’indicazione del vitigno per i vini frizzanti in lattina.”

Negli USA fu un boom pazzesco! Girarono molti spot televisivi e il brand divenne un’icona.

Ho trovato questo fantastico spot anni ’80 che vorrei farvi vedere!


“Tuttavia gli ostacoli burocratici non favorirono la durata di questo successo. Infatti, il permesso per confezionare il vino in lattina era provvisorio e rilasciato di anno in anno, durava solamente pochi mesi. Era estremamente difficile poter soddisfare l’esigenza di tutti i clienti ed un’adeguata programmazione era pressoché impossibile.  Pertanto, nel giro di alcuni anni, l’entusiasmo per la lattina si dissolse naturalmente.”

Qui potete leggere tutta la storia sul loro sito.

Ora fatemi aggiungere un piccolo commento personale. Al netto della qualità del liquido presente nella lattina, questa storia rafforza in me l’idea che noi italiani siamo bravissimi a boicottarci da soli, a metterci i bastoni tra le ruote. Non riusciamo a creare una unione di intenti.

E poi, come sempre, imprenditori di altre nazioni copiano le nostre idee. Il fatto è che poi questi ultimi vengono elogiati come pionieri ed innovatori. La fuga delle idee prima della fuga dei cervelli.

Infatti, negli ultimi anni, si è parlato molto del vino in lattina prodotto da personaggi famosi, come Francis Ford Coppola. Circa trent’anni fa il regista investì quasi tutto in una cantina della Napa Valley, la Coppola Winery. La trasformò in luogo di culto, con i suoi cimeli in mostra, Oscar compresi, tra le botti. Solo pochi anni fa invece avvenne la folgorazione, e cominciò a mettere i suoi vini della Diamond Collection in lattina. Non solo i bianchi e le bollicine, anche rossi importanti come il Pinot nero venduto in confezioni da quattro lattine da 250 ml per 24 dollari.

Ecco un piccolo approfondimento del Corriere.

Vino in lattina Francis Ford Coppola

Vino in lattina Francis Ford Coppola

Sono qui a difendere il vino in lattina? Direi di no, abbiamo già parlato in un articolo della qualità del vino e, inoltre, dobbiamo considerare almeno due fattori:

  1. la conservazione e l’invecchiamento,
  2. la sacralità della bottiglia.

Ma ve l’immaginate una cantina, un semplice scantinato, piena di lattine lasciate lì ad invecchiare? Oppure pensate ad una bella cena romantica, la tavola apparecchiata con stile, i fiori ed una bella lattina di vino al centro!

Qualcuno potrebbe dire che quelli non sono vini pensati per una serata romantica o di degustazione, ma semplicemente vini da bere ogni giorno, senza pensieri. Allora voglio assolutamente citare il grande Mario Soldati, che diceva che il miglior vino è sicuramente quello che esce direttamente dalla botte! Il che significa che sarebbe molto meglio prendere del vino sfuso in damigiana da un contadino di fiducia.

Ci tengo a sottolineare però che difendo l’idea e la capacità imprenditoriale! Oggi infatti si trovano in commercio anche i cocktail in lattina, tipo spritz, gin tonic, negroni, ecc.

Cosa ne pensate? Mi piacerebbe leggere alcune opinioni sui contenitori così come sulla fuga di idee.

Viva la cultura del vino!