Oggi stavo ripensando ad una discussione nata durante l’estate, a seguito di un articolo che riguarda l’uso della nanotecnologia per eliminare i difetti del vino. 

In realtà credo che alla maggior parte delle persone non abbia suscitato perplessità. Anzi probabilmente un senso di rassicurazione.

Nello “strano” mondo (strano per chi lo guarda da fuori, senza approfondire) di chi apprezza i vini schietti e sinceri, in qualche modo integri, completa raffigurazione del territorio, questa notizia ha generato forse senso di disgusto.

Perché addirittura senso di disgusto?

Semplicemente perché il vino è un prodotto della natura!

La mano dell’uomo è fondamentale ovviamente, così come l’interpretazione di un produttore incide sul gusto del vino.

Se si lavora bene, in vigna ed in cantina, facendo crescere delle piante forti e controllando bene i passaggi cruciali della vinificazione, perché mai bisognerebbe alterare la biologia, modificare qualcosa di così naturale, un processo che va avanti da migliaia di anni! Ecco la parte del blog dove cerco di spiegare semplicemente quando un vino è naturale.

Se ci sono dei difetti, magari vale la pena investigare quali siano le cause, non credi?

Chiarificanti e stabilizzanti, correttori vari, contribuiscono ad una standardizzazione totale del gusto. La personalità del vino, complessa somma di vitigno, territorio, clima, annata non può essere sovrastata e schiacciata dalla mano dell’uomo.

Riporto in corsivo parti dell’articolo per analizzare e condividere alcuni pensieri. Qui potete trovare l’articolo completo dal titolo esplicativo: la nanotecnologia al servizio del vino così l’Australia combatte i difetti aromatici.

“Alcuni dei difetti del vino, su tutti il famigerato sentore di tappo, sono causati da proteine che, attraverso nanoparticelle magnetiche, possono essere rimosse, in maniera semplice ed assolutamente sicura, come rivelano i ricercatori dell’Università di Adelaide, che hanno lavorato insieme a Wine Australia, e che attraverso la nanotecnologia sono riusciti ad intervenire su singoli atomi e molecole, risolvendo una serie di problemi aromatici a livello molecolare, aprendo così la strada ad un’innovazione che, potenzialmente, potrebbe avere un impatto enorme sul settore vitivinicolo.”

Sono talmente numerose le sperimentazioni e gli utilizzi di tappi alternativi al sughero, che quasi viene da ridere. Tappo di vetro, tappo a vite o a corona, tappo sintetico, tappo fatto con un polimero della canna da zucchero…

Giusto per avere un’idea: https://www.vinventions.com/it/nomacorc

Tappi di sughero

“Da un punto di vista tecnico, il lavoro del team dell’Università australiana e dell’Australian Wine Research Institute ha portato allo sviluppo di un polimero in grado di rimuovere una metossipirazina, ossia il composto che produce l’aroma di “peperone” nel Cabernet Sauvignon, ed attaccando delle nanoparticelle magnetiche a questo polimero si è arrivati ad intervenire su altri sentori, attraverso un metodo di separazione magnetica capace di separare le proteine dal vino in maniera veloce ed efficiente.”

L’aroma di peperone verde nel Cabernet Sauvignon così come l’aroma di bosso e foglia di pomodoro nel Sauvignon blanc, ammesso che siano negativi, sono sentori “voluti”, cioè richiesti dal mercato per generazioni. Sono (o erano) necessari per poter individuare un vino alla prima olfazione. Per questo motivo è (o era) una caratteristica spinta al limite dalle pratiche enologiche.

Ora abbiamo cambiato idea e vogliamo rimuovere i suddetti aromi a livello molecolare?

Nell’articolo la dottoressa Agnieszka Mierczynska-Vasilev, dell’Australian Wine Research Institute, è convinta che “le nanotecnologie avranno un impatto sostanziale sul settore vitivinicolo del futuro, specie in settori come la regolazione delle proprietà sensoriali del vino, per ottenere un gusto o una consistenza migliore, o la modifica del valore nutrizionale, offrendo potenzialmente vantaggi sia per il settore che per il consumatore”.

Regolazione delle proprietà sensoriali del vino?

Siamo veramente sicuri di affidare e consentire la gestione futura del vino a livello molecolare?

La mia personale opinione è che l’evoluzione della tecnologia non è direttamente proporzionale all’evoluzione sociale e culturale dell’uomo. Per quanto riguarda il vino, invece, spero possa rimanere a lungo una tradizione legata fortemente alla natura. Rimaniamo connessi alla terra e non alle macchine.

Se condividi le idee o se al contrario la pensi diversamente, lascia un commento.

Viva la cultura del vino!