Estate, tempo di feste all’aperto, di concerti, di grigliate e di spumanti!

Le bollicine in questo periodo dominano il mercato, grazie al grado alcolico non elevato ed alla voglia di bere cose molto fresche.

A volte però si fa un po’ di confusione fra le varie tipologie di spumanti.

Infatti in enoteca a Ferrara si risponde alle domande dei clienti, cercando di chiarire le differenze tra Prosecco, Metodo Classico e Champagne.

Per ricordare facilmente occorre un semplice elenco delle caratteristiche che differenziano questi prodotti:

  • Metodo di produzione
  • Zona di produzione
  • Uve impiegate
  • Grado zuccherino

Metodo di produzione: per ottenere uno spumante ci sono due metodi molto diversi tra loro. Entrambi partono da un vino base, con il quale si effettua una seconda fermentazione (tipicamente con aggiunta di lieviti e zuccheri) e la cosiddetta presa di spuma, cioè la formazione delle bollicine.

Con il metodo Charmat o Martinotti, la presa di spuma avviene in autoclave, recipiente di acciaio inox molto grande (250 hl), nel quale di solito il vino sosta da pochi giorni ad alcuni mesi. Questo è il caso del Prosecco.

Per il metodo Champenoise o Metodo Classico, invece, la seconda fermentazione avviene in bottiglia. Questa è una differenza fondamentale. La disparità di grandezza del contenitore e dei mesi di affinamento sui lieviti cambia tutto. Nelle lunghe gallerie sotterranee delle cantine, gli spumanti si formano lentamente, il vino può rimanere in bottiglia ad affinare anche 7 anni o più!

Da notare che, gli spumanti o champagne molto importanti, dopo tanti anni di affinamento sui lieviti, hanno bisogno di “riposare” 1-2 anni in bottiglia dopo la sboccatura!

Zona di produzione: fondamentale per il nome stesso di una bottiglia.

Ad esempio lo Champagne è uno spumante metodo classico che si può chiamare così solo quando prodotto nella zona della Champagne, definita dal proprio disciplinare. Ecco l’articolo del viaggio studio in Champagne compiuto a maggio 2022.
Al di fuori di quell’area, gli spumanti francesi si chiamano Cremant. 

Stessa cosa per una bottiglia di Franciacorta DOCG o TrentoDoc, metodi classici che prendono il nome dalla zona riconosciuta dal disciplinare di produzione.

Per quanto riguarda il Prosecco, bisogna evidenziare che esistono tre denominazioni di origine. Il Prosecco DOC può essere prodotto in 5 province venete e in tutto il Friuli. Il Conegliano Valdobbiadene Prosecco DOCG ed Asolo Prosecco DOCG, invece, possono essere prodotti solo sulle colline trevigiane adiacenti alle rispettive città.

Se vuoi leggi l’approfondimento sul rapporto tra terreno e vite: https://www.botrytisenoteca.it/rapporto-terreno-vite/

Uve impiegate: le varietà di uve che si possono utilizzare per la produzione di spumanti sono infinite, ma per fregiarsi della denominazione di origine, bisogna leggere all’interno di ogni disciplinare di produzione. 

Quelle classiche, che storicamente si usano di più in tutto il mondo, sono Chardonnay e Pinot Nero. Nella Champagne si può coltivare anche il Pinot Meunier, in Franciacorta il Pinot Bianco, nella zona del TrentoDoc si possono utilizzare entrambe. 

Per produrre Prosecco si deve impiegare almeno l’85% di uva Glera, alla quale si può aggiungere Verdiso, Perera, Bianchetta ed i vitigni internazionali citati in precedenza.

Poi ci sono le decine di vitigni autoctoni da cui si ottengono spumanti altrettanto pregiati e gustosi. L’Italia è al primo posto nel mondo per biodiversità e varietà di vigneti!

Grado zuccherino: quando si parla di grado zuccherino si fa comunemente riferimento alla tipologia di spumante. Qui è molto utile una tabella (fonte Wikipedia) per visualizzare immediatamente la classificazione.

Grado zuccherino del vino

Grado zuccherino del vino

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Viva la cultura del vino!

Per approfondire l’argomento: https://it.m.wikipedia.org/wiki/Vino_spumante