Scrivere un articolo su questa nuova avventura richiede tempo. Tempo per far sedimentare le emozioni, per cercare di essere obiettivo e preciso nelle descrizioni delle visite e delle degustazioni.
Quando si parte per la seconda volta per un viaggio del genere, viene sempre in mente che non può essere come la prima.
E invece…è stata veramente una magia! Ho conosciuto delle persone splendide, degli enotecari veramente in gamba, un concentrato di professionalità e simpatia, di testa e cuore, con una passione fuori misura per il loro lavoro e la voglia di condividere. Questa è sicuramente una delle parole chiave: condivisione.
Il nostro lavoro è fatto di questo, il vino rappresenta un ottimo modo per conoscere territori, con le relative usanze e tradizioni, ma soprattutto rappresenta la gioia di condividere un momento, una cena con gli amici e con le persone a cui si vuole bene. Il vino è divertimento, è conoscenza, è un amplificatore di belle sensazioni.
Fatta questa lunga premessa, è arrivato il momento di raccontare la bellezza della Champagne e di questa esperienza, uno stage di approfondimento dal 14 al 17 maggio 2023, pianificato dal Comitè Champagne per i sei finalisti (3 per la categoria Bottiglieria, 3 per la categoria Enoteca con mescita) del Concorso di Miglior Enotecario d’Italia.
La prima mattina siamo stati nella sede del Comitè a Epernay, in compagnia di Philippe Wibrotte, responsabile delle relazioni pubbliche, il quale ci ha illustrato le “cifre” dello Champagne, gli obiettivi raggiunti e quelli da raggiungere. Non solo economia, ma anche viticoltura, tecnologie, sostenibilità.
In compagnia di Philippe siamo andati a pranzo nella meravigliosa location di Royal Champagne e sono cominciati i primi importanti assaggi. L’obiettivo di questo viaggio era quello di capire le differenze di stili tra i vari produttori, l’influenza del terroir, le scelte fatte dai piccoli vigneron, dalle cantine cooperative e dalle grandi maisons. Il benvenuto è stato eccezionale! Ecco le prime due etichette per noi.
Dopo pranzo siamo andati a visitare la cantina di Gaston Chiquet, recoltant-manipulant a Dizy, piccolo comune della Valle della Marna.
L’accoglienza è stata magnifica, ci ha spiegato il suo stile di vinificazione e poi abbiamo degustato l’intera gamma, compreso una sorpresa: uno Champagne Blanc de Blancs del 1970, stappato per noi dalla sua riserva personale!
La famiglia Chiquet coltiva i tre vitigni principali, con una produzione basata principalmente su Chardonnay e Meunier. Lo stile è fresco e giovane, punta su un naso fruttato (sia agrumi che frutta secca) e gioca con la mineralità tipica della Valle della Marna. Molto interessante il millesimato e l’etichetta Special Club, di cui Chiquet fa parte.
Per la tappa successiva ci siamo spostati di pochi chilometri, nel paese di Ay, comune Grand Cru che ospita la maison Bollinger. Bollinger è diventata molto famosa, già dagli anni ’70, come immagine dello Champagne nei film di James Bond.
L’evoluzione dello stile c’è stata, ma rimane sempre quel tocco di artigianalità che mi piace tantissimo. Ad esempio, all’interno della cantina, c’è un bottaio che si occupa delle riparazioni delle botti, usate per l’affinamento dei vini di riserva. Ormai è una figura che sta scomparendo, perché si tende a comprare botti nuove (o usate) quasi ogni anno.
Inoltre c’è un altro dettaglio che fa impazzire gli appassionati: Bollinger è l’unica cantina in tutta la Champagne ad avere un piccolissimo vigneto con viti a piede franco! Ne fanno un vino eccezionale, ma ovviamente molto raro…
Il giorno successivo abbiamo visitato la maison Palmer & Co, bellissima realtà cooperativa situata a Reims. Abbiamo avuto la possibilità di approfondire la conoscenza sull’operato di una cooperativa del genere e capire lo stile dei suoi Champagne. Un’importanza fondamentale è rappresentata dai vini di riserva, Chardonnay e Pinot Noir, invecchiati 25-30 anni in botti col metodo solera. Questo conferisce alle cuvee una notevole profondità di sentori olfattivi e gustativi.
L’altra particolarità, se vogliamo molto faticosa, riguarda la scelta di utilizzare i grandi formati di bottiglie per la seconda fermentazione e, quindi, per tutto il processo di produzione. Pensate come dev’essere effettuare il remuage manuale per una Nabucodonosor!!
Nel pomeriggio ci siamo diretti, a bordo di un van dai vetri oscurati, da Eric Rodez ad Ambonnay. Famiglia storica che produce Champagne dal 1757 e che dal 1984 ha deciso di svoltare. Da allora si è focalizzata sempre più sulla coltivazione organica e biodinamica e nel 2012 è stata la prima cantina francese ad avere la certificazione HVE (High Environmental Value).
Eric Rodez è un personaggio istrionico, guidato da grandi valori, sperimentatore per eccellenza. Lo Chardonnay e il Pinot Noir li ritroviamo sempre, in cuvee o solisti, secondo tre logiche, tre visioni diverse:
- Vini d’autore, cuvee che seguono uno spartito musicale diverso ogni anno, ma in qualche modo seguendo la tradizione di famiglia;
- Vini di terroir, per esprimere nel miglior modo possibile il terroir di Ambonnay, Blanc de blancs o Blanc de Noirs tutti millesimati;
- Vini da una singola vigna, l’espressione nuda di un’annata, di un vitigno, di una singola vigna.
Le tappe successive sono state per me una sorta di deja vu, in quanto l’anno scorso, per lo stesso stage, siamo andati a visitare proprio Philipponnat, Ruinart e l’enoteca Boutique Tresors a Reims, base di tutti i produttori dello Special Club.
Le forti emozioni ci sono state anche stavolta. Camminare nei vigneti storici come il Clos des Goisses di Philipponat, visitare le cantine gessose di Ruinart fino a 38 metri di profondità, pranzare e cenare in location meravigliose…se aggiungiamo anche la compagnia di sei splendidi colleghi enotecari, ormai diventati amici, e la presenza gentile e rassicurante di Domenico Avolio, direttore del Bureau du Champagne Italia, si può dire senza ombra di dubbio che questi rappresentano momenti indelebili nella mia memoria.
Ringrazio con tutto il mio cuore i compagni di viaggio!
Daniele Liurni di “Krasì Enoteca” di Roma, Loredana Santagata di “Mister Coffee” di Misterbianco (CT), Silvia Angelozzi di “Bellariva Enoteca Bistrot” di Alba Adriatica (TE), Luca Civerchia di “RossoIntenso” di Jesi (AN), Matteo Bertelà di “Metodo Froma” di Vigevano (PV).